In questi giorni è emerso lo scandalo RussiaGate. Si parla dei rapporti tra la Lega (ex Nord) e “Russia Unita”, il partito di Vladimir Putin.
Partiamo dal presupposto che la Russia da anni appoggia i partiti nazionalisti d’Europa e, sempre da anni, c’è la preoccupazione che Putin possa finanziare questi partiti.
Non è una notizia di oggi che il “Front National” francese abbia preso 11 milioni di dollari dall’amico russo. Per essere chiari: è il partito di Marie Le Pen, quella che va a braccetto (e ai comizi) con il nostro ministro degli interni, stessa cosa col partito che sosteneva la Brexit (8 milioni di sterline) e il partito nazionalista austriaco, con Heinz-Christian Strache costretto alle dimissioni e ora indagato per tradimento.
Non è un caso che tutti questi partiti siano sostenitori di “Russia Unita” e che abbiano tutti le stesse posizioni su questioni chiave legate alle politiche russe (Crimea, legittimità votazioni, ecc…).
La domanda che sorge spontanea è: perché?
Presto detto. La Russia, viste le sue politiche non sempre da terzo millennio (votazioni truccate, politiche sociali restrittive, uccisione di spie) teme l’Europa e le sue sanzioni non certo da un punto di vista politico ma sicuramente dal punto di vista economico.
Avere un’Europa indebolita è il sogno di Putin da decenni.
Quale modo migliore che sconfiggere il nemico se non dall’interno?!
(Non dimenticate che Putin è stato prima una spia e poi a capo del KGB).
Già a febbraio Stefano Vergine e Giovanni Tizian, giornalisti di “L’Espresso” avevano portato documenti che parlavano del rapporto tra Russia e Lega. Stessa cosa fatta da Iacopo Iacoboni su “La Stampa” negli ultimi anni.
Ieri però Alberto Nardelli, giornalista che da anni parla di questo scandalo, ha portato alla luce qualcosa più che semplici sospetti.
Dalle registrazioni emerse sul noto sito d’informazione “BuzzFeed” Gianluca Savoini, fedelissimo di Matteo Salvini, nell’ultimo viaggio fatto in Russia insieme al ministro degli interni avrebbe avuto contatti con tre agenti russi per trattare quello che doveva sembrare un accordo commerciale.
In breve:
ENI avrebbe acquistato petrolio dai russi da rivendere sul mercato italiano; queste transazioni però sarebbero passate da varie aziende di grosso calibro (tra le quali “Intesa SanPaolo”, la famosa banca italiana) e ad ogni passaggio alcune somme di denaro sarebbe state fatte “sparire” in modo da confluire poi in conti diversi, una parte nei conti della Lega e una parte agli agenti russi.
BuzzFeed ammette di non conoscere l’identità né degli altri due italiani presenti né dei tre agenti russi, ma dalle registrazioni escono due nomi importanti:
– Dmitry Kozak, il vice di Putin.
– Vladimir Plighin, dirigente di Russia Unita.
Entrambi i personaggi hanno ricevuto, insieme, Salvini il giorno prima.
Pare comunque che l’affare non sia andato in porto, Eni non ha nessun rapporto di acquisto dalla Russia (almeno ad oggi).
Ma il punto non è certo questo:
Parliamo di un partito (nazionalista) che prende soldi da un partito straniero per favorire le sue politiche internazionali.
È probabilmente il più grande scandalo politico da quando esiste la Repubblica… probabilmente se la gioca solo con le collusioni tra Stato e Mafia.
Nei giorni successivi i senatori e i parlamentari PD hanno chiesto al ministro degli interni e ai vertici del governo di parlare e spiegare cosa stia succedendo.
In Senato la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati ha zittito chi chiedeva spiegazioni bollando la cosa come “gossip giornalistico”. Nelle stesse ore la Procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine sull’accaduto.
La portavoce del ministro degli interni intanto dichiara:
“L’associazione Lombardia-Russia non ha nulla a che vedere con la Lega. Gianluca Savoini non ha mai fatto parte di delegazioni ufficiali in missione a Mosca con il ministro. A nessun titolo. Né a quella del 16 luglio 2018, né a quella del 17 e 18 ottobre dello stesso anno. Quanto poi alla foto scattata alla cena di gala offerta dal premier Giuseppe Conte al presidente Putin il 4 luglio scorso, Savoini non figurava tra gli invitati del ministro dell’Interno né, a quanto ci risulta, tra quelli della presidenza del Consiglio. In ogni caso, nessuno parla a nome del ministro. Il ministro parla per sé”.
In foto potete vedere la delegazione italiana guidata da Salvini a Mosca il 16 luglio 2018.
Con le freccia blu è indicato Gianluca Savoini, quello che non è mai stato a Mosca con Salvini.
Con la freccia rossa il ministro degli interni.
Non posso sapere, ad oggi, chi siano i colpevoli e soprattutto di cosa (in caso venissero confermati i rapporti potrebbe anche configurarsi il reato di tradimento, come in Austria con Strache) e quindi posso solo aspettare il lavoro della magistratura e che le indagini ci rivelino sia i rapporti tra Savoini e Salvini che quelli tra Lega e Russia.
Nel frattempo aspettiamo che il premier Conte e il ministro Salvini si decidano a parlare con le camere… possibilmente evitando menzogne palesi e inutili giri di parole.
1 commento
Ezio Calmonte · 15 Luglio 2019 alle 05:49
Buzz…per caso ha a che vedere con il Buzzi già suggeritore per avviare l’importazione di clandestini?
E questgi documenti erano segretati, per venire alla luce dopo quasi un anno?
Nella vicina Tombolo tanti commercianti di carni hanno fatto fortuna importando dai paesi dell’est, allora comunista, grandi quantità di bestiame, con il benestare della Russia.
Provvigione del 3% al PCI.
(I guadagni dei tombolani poi sono stati gestitti da Ennio Doris cretore di Mediolanum, con Berlusconi socio al 50%. Quindi si potrebbe dire che FI è nata con l’aiuto dei fondi arrivati dalla Russia).
Quindi se il presidente di Lombardia-Russia chiede la rappresentanza per vendere in Italia
gas e petrolio russo farebbe solo il suo mestiere.
Non vi sembra un pò ridicolo scandalizzarsi perchè nel boidello non ci sono vergini?
Quindi anche dovesse emergere che poi il presidente dell’associazione Lombardia-Russia avesse dato dei contributi a partiti italiani cosa ci sarebbe di strano?
E sarebbe ben diverso dalla “provvigione” del 3% che prendeva sistematicamente il PCI.
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