Categoria: Sicurezza

  • Paura e delirio

    Paura e delirio

    Durante un’operazione coordinata dalla procura di Torino (ma che ha coinvolto la Digos di Milano, Varese, Pavia, Novara e Forlì) nei confronti di militanti di estrema destra, svoltasi il 15 luglio, sono state sequestrate armi da guerra. Tra le armi ritrovate dalle Forse dell’Ordine un elevato numero di fucili d’assalto di ultima generazione, mitragliatrici e pistole (con tanto di munizioni) e un missile aria-aria “Matra” disarmato ma perfettamente funzionante.

    Come ipotizzato dai magistrati, le armi non erano parte di una compravendita volta ad un guadagno economico (solo il missile doveva essere venduto, per un cifra intorno ai 470.000€) ma erano state accumulate per creare una Santa Barbara di un gruppo di estrema destra… probabilmente in virtù di una nuova stagione di terrorismo interno.

    Il missile aria-aria trovato in un garage di Gallarate

    Le indagini erano partite perché alcuni dei militanti di estrema destra, appartenenti ad un gruppo oltranzista, avevano preso parte alla guerra nel Donbass, in Ucraina. Sono stati seguiti dalla Digos e poi fermati e perquisiti una volta avuta la certezza che fossero in possesso di armi illegali.

    Gli agenti della Digos, e la procura di Torino, non si aspettavano però di arrivare a sequestrare un quantitativo così grande di armi. Si parla dei uno dei maggiori sequestri della storia italiana.

    Le armi sequestrate

    Tre gli arresti effettuati: Fabio Del Bergiolo, 60 anni, ex ispettore delle dogane specializzato nell’antifrode e militante di Forza Nuova che si era candidato per il Senato a Gallarate (Varese) nel 2001; Alessandro Monti, 42 anni, svizzero, è invece il titolare della società che possiede l’hangar vicino a Voghera dove è stato trovato il missile; il terzo finito in manette è Fabio Bernardi, 51 anni.

    Continuano comunque gli accertamenti della procura di Torino su eventuali complici, quindi le indagini non sono finite qui.

    Per tutto il giorno tv e testate giornalistiche aspettavano un comunicato da parte del Viminale vista la mole di armi trovate, ma hanno atteso invano.

    Il giorno dopo (16 Luglio, ndr) il ministro degli interni Matteo Salvini ha invece dichiarato:

    “L’ho segnalata io. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l’arsenale di qualche demente.”

    Tralasciando il dettaglio sul “demente” ma senza parlare di gruppi nazifascisti (come ampiamente dimostrano i cimeli e le immagini trovate nel covo), il ministro degli interni dichiara che “quel missile era per me”.

    Dai social del ministro

    Un’accusa gravissima lanciata sia verso i “dementi” nostrani, sia verso guerriglieri di un paese straniero.

    Peccato che meno di un’ora dopo dalla procura di Torino arriva una smentita netta:

    “Fu un ex agente del Kgb a segnalare l’esistenza di un progetto di un attentato a Matteo Salvini da parte di ultranazionalisti ucraini. A svolgere le indagini furono la Digos e la procura di Torino e, secondo quanto viene riferito, non furono trovati riscontri. Il monitoraggio di 5 italiani, ex miliziani considerati vicini al Battaglione Azov, portò alla scoperta del tentativo di vendita di un missile aria-aria Matra e da li le indagini che ci hanno condotto agli arresti di oggi”.

    Dopo le dichiarazioni arrivate da Torino sono due le domande che sorgono:

    • Come mai un agente del KGB volgeva le sue attenzioni verso il ministro Salvini?
    • Perché il ministro degli interni mente?

    Avere una domanda alla prima risposta potrebbe essere piuttosto complicato, soprattutto se si vuole arrivare alla verità.

    Alla seconda domanda posso rispondere: dopo lo scandalo RussiaGate qualsiasi cosa va bene per distrarre l’attenzione pubblica.

    Parlare con i sindacati quando non ti compete, indire censimenti nei campi rom, parlare di attentati… qualsiasi cosa pur di non presentarsi alle camere per rispondere alle domande sul RussiaGate.

    Ma, d’altronde, il ministro Salvini è lì perché è stato democraticamente eletto… quindi, parafrasando un famoso film, “non è il ministro di cui abbiamo bisogno, ma sicuramente quello che ci meritiamo”.

    Per fortuna la procura di Torino ci ha spiegato la verità.

    Proprio a loro, e a tutti gli agenti di polizia coinvolti in questa faccenda, un ultimo pensiero: il mio più sincero grazie, da parte mia e di tutti i cittadini onesti di questo magnifico paese. Grazie.

    Domenico Riccio
  • Sicurezza e percezione

    Sicurezza e percezione

    Spesso in questi mesi (o anni) di campagna elettorale perenne viene riproposto il tema della sicurezza. C’è chi grida al disastro sociale, chi invoca uno stato di Polizia, chi si dice preoccupato al punto di modificare la legge sulla legittima difesa.

    Ma qual è la verità? I dati ci dicono in realtà che il “problema sicurezza” non esiste. Il numero di reati in Italia è in diminuzione costante da almeno un decennio e le nostre strade sono sempre più sicure. Il numero di omicidi è sceso del 42,5%* nell’ultimo decennio e partendo dal presupposto che anche solo uno è di troppo, bisogna ringraziare le nostre Forze dell’Ordine per l’ottimo lavoro svolto. Stesso discorso anche per i furti, con una diminuzione del 24.2%* negli ultimi 5 anni. Il numero di rapine è invece calato del 35,8%*.

    Questo stride però con la percezione delle persone. Un italiano su quattro* si dice spaventato al’idea di girare per strada da solo di notte mentre uno su dieci* è terrorizzato all’idea di rimanere in casa da solo di notte.

    La colpa di questa paura non è quindi delle reali condizioni del paese ma di chi sfrutta questa paura per fare campagna elettorale. Troppe volte sentiamo comizi fatti di promesse invocanti pene più severe o allarmismo su quello che succede per le nostre strade.

    Io stesso sono stato tra le fila di chi si è spaventato ascoltando queste voci. Come contrastare questo fenomeno? INFORMARSI.

    Nel 2019 stare seduti e limitarsi a quello che giornali e social ci lanciano addosso non basta più. Bisogna riuscire a trovare fonti attendibili e verificare ogni notizia. Da anni la società IPSOS MORI (che effettua ricerche di mercato) ci dice che in Europa gli italiani sono il popolo che più fatica a distinguere notizie vere e fake news. Su questo si basano le campagne elettorali degli ultimi anni: false notizie che non riusciamo a riconoscere.

    Il mio invito è di non arrendersi, di non credere a tutto quello che i politici ci dicono e di cercare ogni volta una conferma. Bastano pochi clic per sapere se una notizia è reale oppure no. Questo può fare la differenza tra il sentirsi sicuro oppure meno.

    Credetemi: in Italia si vive sicuri. Controllate!

    *Dati del Viminale aggiornati al 15.08.2018

    Domenico Riccio