La cronaca dei giorni scorsi ci ha regalato un triste evento: parlo della morte di Mario Cerciello Rega, vice brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, ucciso in servizio a Roma nella notte tra giovedì e venerdì scorso (25-26 Luglio).

Le dinamiche dell’accaduto sono state confermate dalle indagini preliminari dei Carabinieri di Roma: due soggetti avevano rubato un borsello e avevano chiesto al malcapitato proprietario 100€ per riaverlo (in gergo la tecnica viene chiamata “cavallo di ritorno”) ma il signore ha avvisato le forze dell’ordine che si sono presentate al posto suo sul luogo dello scambio; uno dei due ragazzi, accortosi della trappola ha estratto un coltello e ha colpito 11 volte Mario Cerciello Rega. Purtroppo i soccorsi non sono bastati a salvare la vita del brigadiere, morto poco dopo.

La notizia si è diffusa subito e mentre la forze dell’ordine davano la caccia ai due responsabili è trapelata la notizia che i due aggressori (e assassini) fossero di origine nordafricana.

A quel punto tutti i rappresentanti politici di destra, dalla signora Donazzan in quel di Pove al ministro degli Interni, hanno cominciato ad inveire contro migranti, comunità islamiche, e qualsiasi persona fosse anche solo leggermente abbronzata dando sfogo al razzismo che di questi tempi è sempre più presente nella propaganda politica.

C’è però un punto di svolta nelle indagini quando i due ragazzi colpevoli del delitto sono stati catturati: non sono nordafricani, non sono “neri”.

Si scopre poche ore dopo che “il mostro” è un ragazzo statunitense, cosi come il suo complice, bianco.

I due aggressori sono Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort.

E’ in questo momento che la politica italiana dà il peggio di se. Qualcosa di molto più grave del razzismo proposto da buona parte del governo:

Mario Cerciello Rega viene abbandonato dallo Stato. Di lui non importa più nulla agli organi di governo. Una volta scoperto che l’aggressore è un ragazzo bianco, biondo e bello il circo mediatico si spegne. Quella morte non può più essere strumentalizzata e allora cala il silenzio.

Il ministro Salvini passa dai post in cui chiede giustizia e morte per gli aggressori alle foto di lui a cena con la fidanzata.

Di Mario, della sua morte, di sua moglie e della sua famiglia distrutte dal dolore non interessa più nulla.

Piano piano sui giornali cominciano ad arrivare notizie di chi era Mario, della sua passione per il volontariato e per la famiglia. Era un ragazzo dal cuore enorme, che indossava la divisa perché, come migliaia di altri ragazzi, in quella divisa ci credeva.

Ma questo non interessa. Non può essere strumentalizzato. Non fino al giorno dopo.

Sui social comincia a circolare la foto di uno dei due ragazzi (pare l’autore materiale dell’assassinio) ammanettato e bendato.

A quel punto i social ripartono: chi si schiera a difesa dei Carabinieri, chi si schiera contro.

Di nuovo, di Mario non importa nulla.

Mario era un Carabiniere onesto, un uomo buono. Come lui ci sono migliaia di Carabinieri che ogni giorno mettono a rischio la propria vita.

Quelli che hanno bendato quel ragazzo non sono Carabinieri onesti. Sono degli imbecilli.

Per due motivi:

– Mario non era così. Non avrebbe voluto una cosa del genere.

– Quelle immagini faranno invalidare la confessione del ragazzo che verrà rimandato negli USA sotto pressione del governo americano e se ne uscirà con una pacca sulla spalla, senza scontare un solo giorno di carcere.

Quei Carabinieri devono pagare due volte allora: una per aver commesso un reato e una per aver infangato la loro divisa, quella che Mario amava e onorava ogni giorno.

Qualcuno avrà notato che in questo articolo, a differenza dei precedenti, non ci sono foto.

Nessuna foto di Mario Cerciello Rega, nessuna foto dei due ragazzi colpevoli del reato, nessun post dei politici.

Ho deciso di farlo per rispetto della moglie e della famiglia di Mario. Perché chi vi scrive indossa una divisa ed è in lacrime mentre continua a battere sui tasti.

Ma la verità va raccontata sempre.

Oggi ci sono i funerali di Mario. Con lui ci saranno centinaia di persone fisicamente ma col cuore avrà accanto le migliaia di rappresentanti delle Forze Armate e dell’Ordine di questo paese.

A lui, infine, il mio pensiero.

Che la terra ti sia lieve Mario…

di Domenico Riccio.


1 commento

Stefano · 29 Luglio 2019 alle 17:16

bell’articolo. Le forze dell’ordine siano orgogliose di questa umanità.

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